E' una curiosa espressione che con una certa frequenza usiamo nel lessico colloquiale ma anche letterario e che significa "Abbondantemente", "Copiosamente", "In grande quantità".
Al di là del suo significato, ciò che desta particolare curiosità è l'origine di questa espressione. Una teoria, la più accreditata e facilmente plausibile, afferma che tale termine sia derivato, per corruzione dovuta alla pronuncia toscana che "aspira" nel suo tipico accento la lettera C, dalla parola Chiosa.
Anticamente i Chiosa erano monete finte date ai bambini per giocare; erano dischetti simili a monete fatte di piombo o di legno che avevano ben poco valore se non addirittura nullo.
Il fatto che non avessero valore, giustificava dunque il loro uso abbondante; inoltre indicavano anche una merce di tale abbondanza, di facile disponibilità o di semplice acquisizione che per poterla avere bastava anche pagarla semplicemente A Chiose. Da qui dunque l'espressione, poi storpiata dai toscani della celebre locuzione, A Iosa.
Anche se però questa è la teoria più certa, esistono tuttavia altre ipotesi circa la sua origine: il dizionario etimologico Rusconi infatti riporta come fonte anche il Tommaseo che ricollega il termine allo slavo "Iocs" che significa "Ancora di più" oppure al provenzale Jauz-ir il cui significato è "Godere" o ancora da Gaugz e Jois che significano "Gioia" e che a loro volta vengono dal latino "Gaudere" e "Gaudium".
Nessun commento:
Posta un commento