martedì 21 giugno 2016

Etimologia delle Parole: SEMAFORO



Semaforo o semafero? Vi siete mai chiesti quale delle due versioni è corretta?

Il termine deriva da una parola francese, "sémaphore", un antico strumento ottico, antenato del telegrafo, inventato in Francia dai fratelli Chappe nel XVIII secolo (conosciuto appunto anche come "telegrafo ottico"). Si trattava di uno strumento provvisto di una torre su cui era installato un braccio rotante che portava alle estremità due bracci minori; al tutto si facevano assumere configurazioni standard di lettere, numeri e ordini di servizio. Da una postazione successiva, distante diversi chilometri, un addetto dotato di cannocchiale riceveva il messaggio e lo ripeteva alla stazione ancora successiva.
Affine a questo sistema è il cosiddetto "alfabeto semaforico", una sorta di linguaggio dei segni, utilizzato specialmente nella marineria e simile come concezione all'alfabeto morse, composto da diverse posizioni combinate delle due braccia recanti in mano due bandierine colorate.

Solo in seguito il termine "semaforo", chiaramente ricalcato sul suo omologo francese, ha finito per identificare il più celebre dei segnali stradali, amato quando odiato quanto ancora utile, utilizzato non soltanto in ambito stradale, ma anche ferroviario e nautico.

Ultimamente, poi, il semaforo è entrato anche nel campo dell'informatica, dove con questo termine si designa un tipo di dato astratto (Abstract Data Type) gestito da un sistema operativo multitasking per sincronizzare l'accesso a risorse condivise tra task (cioè processi o thread), composto da una variabile intera e dalla sua interfaccia, e da una coda di processi.

Da questa sommaria descrizione si può già intuire che il semaforo ha sempre avuto una funzione di "segnalazione". Ebbene, il termine "sémaphore" ha infatti una stretta affinità con il significato di "segno". Esso deriva dall'unione di due termini di
origine greca: il primo è σήμα (sèma), che significa, appunto, "segno", mentre il secondo è φέρω (phéro), che significa "portare", da cui anche φορεύς (phoréus), "portatore". Il significato letterale di "semaforo" è quindi "ciò che porta", "portatore di segni".

Ora... tutti sappiamo che il termine corretto sarebbe "semaforo". Tuttavia, è noto che spesso si sente dire, specialmente da persone di una certa età, anche "
semafero". E' curioso, quindi, notare come i nostri amici anziani, pur dicendo un termine scorretto in italiano, al contempo lo pronuncino secondo la sua costruzione più prossima all'originale greco.

Un'ultima curiosità è legata all'origine dei colori tipici del semaforo. Essi derivano direttamente dal linguaggio visivo già usato in precedenza nelle ferrovie e nella marina . Per i macchinisti dei treni, infatti, "
verde" significa "via libera", "rosso" significa "stop" e "giallo" "preavviso di arresto".

In mare, in cui ha precedenza chi arriva da destra, le navi e i porti hanno un'illuminazione convenzionale con il lato destro (tribordo) verde e quello sinistro (babordo) rosso.

Usare questi colori, è dunque una convenzione universalmente riconosciuta, alla base della quale c'è il fatto che da sempre il rosso richiama l’attenzione e segnala pericoli, mentre il verde "rilassa". Quello che non è universale, invece, è la sequenza di apparizione dei colori nei semafori: in Italia l'arancione compare dopo il verde per avvisare dell'arrivo del rosso, in altri paesi compare anche assieme al rosso per preannunciare l'imminente via libera del verde.

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