Ebbene sì... oggi parleremo di drammi. Molti penseranno che allora non sarà il caso di leggere questo articolo: dopotutto un dramma non è una bella cosa, no?
Effettivamente, al giorno d'oggi questo termine ha assunto un'accezione negativa, come sinonimo di storia dall'argomento serio, triste, doloroso, quando non addirittura tragico. E, per estensione, ha finito per essere applicato anche ad eventi ed episodi della vita reale che non possono certo definirsi felici.
In realtà, questo termine in origine aveva un significato del tutto neutro, designando qualunque componimento letterario, sia tragico sia comico, destinato alla rappresentazione scenica. Esso trae origine dal greco δρᾶμα -ατος, che significa "azione", derivato a sua volta dal verbo δράω, che significa "agire". Nel linguaggio tecnico teatrale, quindi, il dramma è semplicemente l'"azione rappresentata sulla scena", dove gli "attori" (cioè coloro che "agiscono") animano dal vivo la storia davanti al pubblico, che assiste allo svolgimento attuale ed immediato (e non quindi mediato da un narratore) della vicenda.
Il creatore, invece, del dramma è detto "drammaturgo", termine che deriva dal greco tardo δραματουργός, composto di δρᾶμα "dramma" e tema di ἔργον "opera, lavoro", da cui deriva a sua volta "drammaturgia", cioè "arte, tecnica drammatica".
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