Il termine "ostrogoto" designa un ramo della tribù germanica dei goti, precisamente quella orientale (dal protogermanico "aust-", "est", "oriente", lett. "verso il sorgere del sole" Cfr. ted. "Österreich", "Austria", lett. "Regno, reame dell'Est"). Portatori di una cultura e di tradizioni decisamente diverse da quelle latine, gli ostrogoti, come tutti i barbari, vennero considerati incivili e rozzi dai romani. Di conseguenza, anche la loro lingua, che rispetto al latino aveva una fonetica molto diversa, venne considerata sgradevole e dura all'orecchio, come una sorta di balbettio incomprensibile (dopotutto la stessa parola "barbaro" deriva dall'uso dei greci di tacciare lingue diverse dalla loro come un insieme di suoni onomatopeici simili a "bar-bar"). Basti pensare come ancora oggi, quando desideriamo fare il verso a stranieri particolarmente "truci", tendiamo ad imitare, spesso iperbolicamente, l'accento tedesco (alquanto impropriamente, dato che questa lingua è invece molto "dolce" e raffinata, più di quanto invece si crede dell'inglese).
Questo "razzismo" linguistico (e non solo), se così vogliamo definirlo, provato dai romani nei confronti degli invasori, venne trasfuso poi nel parlato comune ed "ostrogoto" divenne sinonimo, appunto, di lingua o dialetto particolarmente ostici all'orecchio, oppure di modo di parlare rozzo e sgrammaticato.
Analogalmente vengono chiamate in causa anche altre lingue, come il turco, l'arabo o il cinese e spesso estendendo la dicitura anche ad altre fonti del sapere diverse dalla lingua (per es. "l'algebra per me è arabo" ---> il che non è del tutto errato, dato che l'algebra è una disciplina di origine araba, così come il suo nome). L'idea di fondo è comunque la stessa, e cioè che abbiamo a che fare con qualcosa per noi assolutamente incomprensibile.
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