Perché quando ci ritroviamo in situazioni difficili in cui dobbiamo far accettare a qualcuno qualcosa che a fatica accetterebbe, si dice che bisogna "indorare la pillola"?
Un tempo (e ancora oggi da qualche parte del mondo e per particolari medicine) le pillole venivano fatte a mano. Questo significava che il farmacista, seguendo l'apposita ricetta scritta in formulari, prima pestava tutti gli ingredienti (erbe, succhi, polveri, semi ecc..) insieme agli agglutinanti e poi stendeva la mistura ottenuta in un apposito strumento che si chiamava pilloliere.
Con la parte superiore del pilloliere si pressava il composto formando tubicini che poi venivano tagliati in piccoli segmenti: le pillole appunto.
Questo metodo, per l'epoca era sicuramente efficace però aveva qualche inconveniente. Innanzitutto, essendo create a mano le pillole soffrivano di umidità e di conseguenza non potevano essere conservate facilmente e a lungo. In secondo luogo non erano facili da inghiottire essendo polverose e ruvide perché una volta provate a inghiottirle, con la saliva si disfacevano facendo sentire tutto il sapore amaro e brutto della medicina.
Per evitare così tutti questi inconvenienti, i farmacisti presero l'abitudine di avvolgere le pillole in una sottile pellicola di liquirizia (che era appunto dorata o a volte d'argento) per zuccherarla un po' e renderla più dolce al sapore e quindi più facile da assumere.
E' proprio da questa pratica antica che oggi si dice "indorare la pillola" quando, nel tentativo di rivelare una notizia o una situazione o una decisione non bella e difficile da accettare si cerca di mascherarla un po' con le parole in modo da renderla il più facile possibile da accettare (pur difficile che sia).
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