La
tradizione italiana offre una marea di dolci tipici del periodo natalizio e non
v’è alcun dubbio che il panettone, il pandoro e il torrone sono i sovrani indiscussi
del Natale. Eppure ogni regione ha le sue piccole prelibatezze a cui non riesce
a rinunciare e la Sicilia di sicuro non rinuncia alle sue.
E’ proprio
in questa regione che troviamo un dolce molto amato e che ancora oggi rappresenta
il principe delle tavolate siciliane, consumato durante le eterne partite a
carte e a tombola nei freddi pomeriggi natalizi in famiglia: il Buccellato
meglio conosciuto in Sicilia come “u cucciddatu”. E’ un dolce
tipico siciliano, riconosciuto anche dall’assessorato regionale delle politiche
agricole come prodotto agroalimentare tradizionale italiano.
Anticamente a
Palermo, già sin dal giorno dell’Immacolata le nonne e le mamme per rallegrare
la propria famiglia, trascorrevano pomeriggi e serate a preparare diversi
piatti tra cui questo dolce siciliano tradizionale. U
cuddiddatu, grazie al suo impasto e alla cottura a forno che ne garantisce una
lunga conservazione, è sempre stato presente nelle tavole di natale dall’Immacolata
sino all’Epifania, consumato come dessert a fine pasto, come prelibato spuntino
al pomeriggio ma anche a colazione la mattina.
Ancora oggi,
per chi vuole assaporare il piacere della tradizione, prepara i i cucciddata
secondo la tradizione antica: si preparava il piano da lavoro che consisteva in
una tavola di legno, chiamato scannaturi, su cui si impastava la farina e poi
si spianava con il mattarello. Le massaie si siedono posizionando u scannaturi ad un livello
più basso rispetto ad un normale tavolo e, in un paziente ma allegro combriccolare, si realizzano questi buonissimi dolcetti.
Esistono
molte varianti e ogni regione ha sicuramente la sua ma quella tipicamente
siciliana prevede quella con il ripieno a base di marmellata di fico e con
della glassa e zucchero colorato sopra oppure una semplice
spruzzata di zucchero a velo per guarnire
Origine del
Buccellato o Cucciddatu
L’origine di
questo dolce come anche del suo nome è molto antica: risale infatti al panificatus
dei romani. Il pane romano infatti veniva chiamato Buccellatum ossia pane a Buccelli
o a bocconi per la sua morbidezza e per la capacità di essere facilmente diviso
in bocconcini. Non a caso la Buccella era una sorta di ciambella che gli
imperatori tagliavano a fette o buccelle per meglio spartirla tra i commensali
durante le feste o gli incontri.
Un’altra ipotesi
però, specie per quanto riguarda la versione siciliana con ripieno di frutta o
marmellata di frutta vuole che risalga al periodo medievale, quando a Palermo abitavano i
Lucchesi; secondo infatti questa teoria furono proprio i lucchesi ad introdurre
il buccellato in Sicilia; a conferma di ciò ci sarebbe proprio il famoso
Buccellato di Lucca, dolce a pane tipico della tradizione lucchese che ancora
oggi rende la città toscana famosa nel settore dolciario.
Tuttavia non si può
del tutto scartare l’ipotesi che le origini del cucciddatu siciliano sia da
accreditare del tutto o almeno in parte anche agli arabi: l’impiego di zucche,
mandorle, fichi secchi e marmellata di fichi sono ingredienti introdotti in
Sicilia proprio durante la dominazione saracena; di
conseguenza, se non hanno introdotto in toto il dolce, quantomeno hanno aiutato
a crearne la variante che oggi i siciliani consumano e amano servire nelle loro
tavole.
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