martedì 28 dicembre 2021

Origine dei modi di dire: L'AMICO FRITZ

Una delle espressioni più diffuse nella nostra lingua, da nord a sud del paese, è "l'amico Fritz". Quante volte abbiamo fatto riferimento a qualcuno definendolo "l'amico Fritz"? Si tratta di un modo di dire che si usa per parlare di qualcuno a noi noto senza però chiamarlo per nome, in un certo modo al contrario di "pincopallino", che invece è utilizzato per parlare di un individuo qualunque. Oggi viene utilizzato in tutte le situazioni, con tono abbastanza neutro, come appellativo scherzoso senza un particolare significato, ma in origine designava un personaggio con particolari caratteristiche, eccentrico, estroso o comunque speciale, oppure, ironicamente, un personaggio che vanta quelle stesse caratteristiche senza però averle.

Ma da dove viene questo modo di dire? Come molte espressioni idiomatiche della nostra lingua, anche questa trova origine nell'opera lirica. Nello specifico, L'Amico Fritz è il titolo di una commedia musicale scritta da Nicola Daspuro e musicata da Pietro Mascagni, a sua volta tratta dall'omonimo romanzo, poi divenuto dramma, della coppia Erckmann-Chatrian. Lo scapolo Fritz Kobus, ricco e generoso possidente ma restio a contrarre matrimonio, scommette con l'amico David che quest'ultimo non riuscirà mai a convincerlo a sposarsi. Ma quando conosce Suzel, figlia del suo fattore, presto finisce per innamorarsiene. Per non venir meno alla sua fama di scapolo d'oro, Fritz tiene inizialmente celati i suoi sentimenti. Quando però viene a sapere che Suzel è promessa sposa ad un uomo che non ama, non può più tratenersi e confessa il suo amore e l'intenzione di volerla prendere lui per moglie. David ha dunque vinto la scommessa, ma ne cede il ricavato a Suzel come dono di nozze.

(per gentile concessione di Euterpes Domus)