Quando
si parla di lingua italiana, spesso e sovente si cade nell’errore di
considerare prevalente l’apporto etimologico greco-latino, mentre gli altri
come minoritari, “importati” rispetto al substrato autoctono, o peggio di poco
conto.
In questa categoria “secondaria” viene spesso, a torto, inserito anche
il patrimonio etimologico derivato dalle lingue germaniche, con straordinaria
preminenza del longobardo, che invece può rivaleggiare con il greco e il latino
in quanto a formazione non solo del nostro idioma, ma addirittura della nostra
storia, del nostro diritto e della nostra cultura.