In principio erano barbari…?
Per saperlo
dobbiamo andare nel Vicino e Medio Oriente ma di molti millenni fa, là dove la
scrittura e la storia iniziarono il loro corso, e dove oggi possiamo trovare le
tracce di unità tra due parole: lingua e nazione.
Tralasciando
la narrazione biblica della torre di Babele dalla quale iniziò, secondo il
mito, la moltiplicazione degli idiomi e dei popoli, risulta invece curioso sapere
come inizialmente la divisione tra lingua e nazione non vi fu in quella mezzaluna
fertile che studiamo sui libri sin dalle elementari.
Nell’antica
Mesopotamia, terra che ha visto passare regni, dinastie e primi imperi, i vari popoli,
abituati a spostarsi da una terra all’altra, non si posero mai il problema della
“nazionalizzazione”, ma abbracciarono nel corso della loro storia stirpi diverse e
adottarono più lingue comuni (aramaico, elamico, eblaita, ittita, accadico,
persiano…) che coesistevano come lingue amministrative, ufficiali e in parte
religiose. Molti sono gli esempi di stele e tavolette con testi scritti in tre
lingue diverse: si pensi ad esempio alla Stele di Rosetta, scritta in
geroglifico, demotico e greco ma anche le Iscrizioni di Bisotun dove il testo
che circonda le immagini è scritto in babilonese, persiano ed elamita.
Detto questo, allora, da dove nasce il concetto di Barbaro come straniero e diverso?