lunedì 10 dicembre 2018

Etimologia delle Parole: TORRONE



Il Natale è vicino e le pasticcerie delle nostre città si riempiono più del solito di leccornie golose ed invitanti. Fra i dolci tradizionali natalizi per eccellenza troneggia, accanto al panettone e al pandoro, sicuramente il torrone, tanto semplice quanto antico.

La sua origine è controversa: c'è chi lo vuole inventato dai cinesi, chi dagli arabi, ma probabilmente risale addirittura all'epoca preromana. E, forse portato proprio dai romani prima e dagli arabi poi, si è in seguito diffuso un po' ovunque nel Mediterraneo. Di un tipo di torrone in particolare, tuttavia, conosciamo invece benissimo il luogo, la data e l'occasione in cui venne inventato. Siamo a Cremona, il 25 ottobre 1441 quando, in occasione del matrimonio fra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, gli ingegnosi pasticceri di corte avrebbero secondo la tradizione preparato un dolce a base di albume d'uovo, miele e mandorle in forma di Torrazzo, l'alto campanile del Duomo cittadino. Da qui, secondo i cremonesi, deriverebbe quindi il nome del dolce: "torrone", cioè "grande torre". Ancora oggi, Torrone e Torrazzo fanno parte delle cosiddette "Tre T", ovvero le "tre meraviglie" di Cremona: turùn (il torrone, appunto), Turàs (il Torrazzo, che con i suoi oltre 110 metri d'altezza è anche il campanile antico più alto d'Italia), tetàs (i seni prosperosi delle donne cremonesi).

Al di là di questa etimologia di gusto folcloristico ed escludendone altre che vorrebbero il termine riconducibile a non meglio precisate origini arabe, torrone deriva in realtà dal verbo latino "torreo -ere" che, fra i molti significati, ha anche quello di "bruciare", "abbrustolire", "tostare" (cfr. il modo di dire "caldo torrido", cioè "un caldo tale da abbrustolire"). Il torrone infatti, in qualsiasi forma e variante lo si trovi, ha come caratteristica quella di avere un cuore composto di frutta secca tostata (nocciole, mandorle etc); alla stessa etimologia risponde anche la "torrefazione", ovvero il processo di tostatura dei chicchi di caffè.

Oggi le varietà di torrone sono veramente tantissime e c'è l'imbarazzo della scelta fra quello più goloso. Nella versione cremonese succitata, esso è compresso a forma di una tavoletta rivestita di particola e tende ad essere molto duro, da consumarsi sbriciolato. Ma ogni regione possiamo dire che abbia le sue varianti... un po' come i dialetti. Ve ne sono di duri e di morbidi; taluni sono immersi nell'albume d'uovo rappreso; altri si presentano come tavolette di frutta secca tostata "incollata" da abbondanti strati di miele; in altre qualità l'impasto è ricoperto, integrato o completamente sostituito con il cioccolato (sia nero che bianco); in Sicilia le già tipiche mandorle sono integrate con l'altrettanto tipico pistacchio. A Cologna Veneta esiste una variante chiamata "mandorlato". 

Insomma, possiamo dire che qualsiasi tipo di torrone sceglierete, il vostro natale sarà sicuramente dolce al punto giusto.

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