CI VUOLE UN PO' DI "DIPLOMAZIA"
La Diplomazia è una parola a volte poco usata (e poco anche applicata), eppure ha un'origine davvero antica.
La parola deriva infatti dal greco “diploma” o “diplωn“ cioè "doppio" in riferimento ad un "foglio scritto piegato in due“ che gli ambasciatori ricevevano dai loro capi e sul quale stava scritto lo scopo della missione da compiere.
I diplomatici infatti erano considerati dei veri e propri Messaggeri di Stato, quelli che oggi definiremmo Ambasciatori, Inviati che, muniti di "diploma" o lettera credenziale, si recavano in altri Stati a stipulare accordi o portare messaggi a nome di un sovrano o di una nazione.
Anche se la parola è di origine greca gli ambasciatori o meglio diplomatici, esistevano già ai tempi degli antichi egizi che stipulavano accordi ad esempio con gli ittiti.
I diplomatici al tempo viaggiavano con una sorta di passaporto speciale detto “credenziale“, una lettera in cui erano scritti tre punti fondamentali:
- Scopo della missione
- Identità dell’ambasciatore
- e la ferma esortazione “a credere” a tutto ciò che questo avrebbe detto come portavoce del popolo di provenienza senza che gli venga fatto alcun male o torto perché come oggi si suol ancora dire: “ambasciator non porta pena“, ovvero è colui che riferisce ma che non ha alcuna colpa di ciò che riferisce.
Con il giungere poi dell'Era Romana il diploma passò ad indicare la doppia tavoletta scritta e munita di sigillo con la quale si concedeva la cittadinanza romana.
Poi divenne anche un lasciapassare che forniva ai messaggeri agevolazioni durante i viaggi. I sovrani poi rilasciavano anche diplomi come modo per "concedere" titoli o privilegi ad un cittadino.
Infine, furono detti diplomi i documenti che attestano il conseguimento dei titoli accademici o dei titoli di studio in genere, esattamente come li conosciamo oggi.
Nessun commento:
Posta un commento