Quanti di noi non hanno mai sentito questa espressione?
O magari quante volte non l'abbiamo usata, anche in tono scherzoso?
Ebbene, sebbene effettivamente questa espressione non abbia nulla di così strano, tanto da far presumere che sia sempre esistita, in realtà si tratta d una formula mutuata direttamente dall'incipit di uno dei duetti più famosi del melodramma italiano: il Rigoletto di Giuseppe Verdi (1851).
La storia del celebre Gobbo che alla corte del Duca di Mantova è perfido buffone e a casa amorevole padre è infatti una storia di vendetta, e vendetta proprio per l'affronto arrecato all'amatissima figlia dallo sfrenato Duca. Presa coscienza dalla stessa figlia della terribile offesa, l'ira del Gobbo esplode: ed è in questo contesto, alla fine del secondo atto, che intona il famoso:
La storia del celebre Gobbo che alla corte del Duca di Mantova è perfido buffone e a casa amorevole padre è infatti una storia di vendetta, e vendetta proprio per l'affronto arrecato all'amatissima figlia dallo sfrenato Duca. Presa coscienza dalla stessa figlia della terribile offesa, l'ira del Gobbo esplode: ed è in questo contesto, alla fine del secondo atto, che intona il famoso:
"Sì! vendetta! tremenda vendetta
di quest'anima è solo desio!
Di punirti già l'ora s'affretta
che fatale per te tuonerà!
Come fulmin scagliato da Dio
te colpire il Buffone saprà!"
di quest'anima è solo desio!
Di punirti già l'ora s'affretta
che fatale per te tuonerà!
Come fulmin scagliato da Dio
te colpire il Buffone saprà!"
Nessun commento:
Posta un commento